Durante la sua recente visita alla comunità di Loppiano, Papa Francesco ha tenuto un discorso in cui ha riferito un aneddoto personale: un sacerdote una volta gli ha proposto un test. La domanda è «qual è il contrario di “io”?». Francesco ci è «cascato» e ha risposto «tu», invece il «contrario di ogni individualismo, io e tu, è “noi”». È la «spiritualità del noi».
Vale la pena ricordare che la comunità di Loppiano è il cuore pulsante del Movimento dei Focolari, fondato dalla carismatica figura di Chiara Lubich, che nel 1944 -in piena guerra- ebbe l’ispirazione di dedicare la propria vita all’ideale dell’unità.
All’epoca, Chiara e le sue amiche non potevano immaginare che la loro ispirazione sarebbe stata la scintilla di un movimento che è diffuso in tutto il mondo, con più di due milioni di membri in più di 180 nazioni.
Un movimento che, nel mentre affonda le sue radici nella fede cristiana cattolica, attrae persone a prescindere dalla loro posizione in tema di credo. Persone, religiose, consacrate, laici, credenti, atei, il cui scopo è costruire nella vita di tutti i giorni un mondo più unito attraverso relazioni vere, cercando per esempio di attivare principi di economia di comunione e condivisione, di promuovere diritti e uguaglianza, di nutrire anche le componenti umane più sottili, nelle arti, nell’educazione, nella spiritualità.
Quando Papa Francesco sottolinea che il “noi” è fondamento della “spiritualità del noi”, dice qualcosa che è molto familiare a molte tradizioni spirituali, laddove l’ “io” e il “tu” creano gli ingredienti per una dualità che spesso porta al conflitto, specialmente quando entrambi i poli della dualità sono in qualche modo inquinati da un ego sregolato.
L’unità che una coppia crea durante una pratica nel Dojo, per esempio, è un laboratorio vivente in cui le persone possono percepire quel “noi” che prende forma.
Questo è l’obiettivo primario, quello che ognuno può raggiungere, indipendentemente dalla cultura, dall’età, dalle capacità, dalle competenze tecniche…
Tale è la ragione del successo di questi movimenti, che offrono alle persone un posto in cui possano sentire e percepire se stesse come parte di un disegno più grande, offrendo strumenti per lo sviluppo incrementale del proprio essere (nella dimensione sociale, economica, culturale, spirituale,…)
E questo è anche il motivo per cui, mentre molte discipline di combattimento attraggono tante persone e fanno il pieno in palestre per una stagione, il budo tradizionale, specialmente l’Aikido, continua ad attrarre e ad affascinare.